Calo prestiti bancari in rallentamento, primi effetti della cura Draghi?

mario draghiStando a quanto fornisce il bollettino Bce, nel corso del mese di agosto il calo dei prestiti bancari a famiglie e imprese non finanziarie dell’eurozona sarebbe stato pari all’1,5%, contro il – 1,6% del mese di luglio, e per il 28mo mese consecutivo di segno negativo. In una recente intervista, Draghi ha commentato il dato affermato come seppure la dinamica del credito rimanga debole, “gli ultimi trend mostrano alcuni cambiamenti positivi”. Non solo, “in base ai nostri sondaggi, le banche hanno registrato un aumento della richiesta di prestiti per tutte le categorie per due trimestri consecutivi, e anche un allentamento degli standard per il credito alle imprese”. In ogni caso, è bene non dimenticare come gli standard del credito, in una prospettiva storica, permangano in territorio “abbastanza restrittivo”. A commento delle dichiarazioni di Mario Draghi, una serie di elucubrazioni non particolarmente omogenee. Tra le voci maggiormente contrastanti si registra quello del ministro della Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, il quale ha ribadito di non essere affatto entusiasta delle negoziazioni in corso sugli acquisti di titoli Abs emessi a fronte di cartolarizzazioni di prestiti a imprese e famiglie da parte della stessa Bce, e ricordando di temere dei conflitti di interesse tra i compiti di vigilanza unica esercitati dalla banca centrale da un lato e la politica monetaria dall’altro. In merito, sembrano essere lineari le considerazioni dello stesso Draghi, che ancora più recentemente ha ricordato come la Bce sia pronta ad agire nuovamente contro la stagnazione economica. Intanto, gli investitori guardano preoccupati le novità macroeconomiche italiane, con le vendite al dettaglio a luglio sono calate ancora, su base annua, dell’1,5%. Meglio, parzialmente, le retribuzioni: la crescita dell’1,1% rispetto ad agosto 2013 è comunque non certamente sufficiente per strappare un sorriso ai macroeconomisti. Tornando all’Eurotower, in un discorso in Lituania, in vista del prossimo ingresso del Paese in Eurozona, Draghi ha poi ricordato come il consolidamento dei conti sia la base per una crescita sostenibile sul lungo periodo, additando quindi la regione baltica come esempio di ripresa “anche senza ricorrere alla svalutazione monetaria”. E intanto, lo spettro (o il sogno, a seconda di come la vediate) del quantitative easing, si fa sempre più vicino…

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