Jobs Act, la Cgil contesta i dati

jobs_actIn pieno clima di tavolo negoziale tra i sindacati e il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, la Cgil è intervenuta duramente sul Jobs Act, denunciando quello che sarebbe un sostanziale fallimento della riforma del lavoro, sottolineando come le assunzioni stabili siano state legate agli incentivi fiscali garantiti dalle aziende.

Secondo la Cgil, infatti, nel corso dei primi sette mesi del 2016 i contratti a termine sarebbero stati 2,1 milioni, pesando per il 71% dei nuovi rapporti di lavoro. Ancora, secondo quanto evidenziato da uno studio della Fondazione Di Vittorio della Cgil, che ha rielaborato gli ultimi elementi statistici dell’Osservatorio sul precariato dell’Inps, nei primi sette mesi dell’anno nel settore privato le assunzioni sarebbero state 744 mila a tempo indeterminato, 379 mila unità in meno rispetto allo stesso periodo del 2015, e inferiori anche rispetto a identico periodo del 2014 e del 2013.

La Cgil ricorda inoltre che nei primi sette mesi del 2016 sono stati acquistati circa 85 milioni di voucher, a conferma del fatto che anche quest’anno – prosegue il sindacato – il lavoro precario e instabile si conferma la forma predominante di accesso al mercato del lavoro e le nuove attivazioni a tempo indeterminato dimostrano invece in misura evidente che l’elemento predominante per le scelte delle aziende è stato quello degli incentivi.1250

Infine, la Fondazione sottolinea come il saldo occupazionale complessivo, come differenziale tra attivazioni e cessazioni, del tempo indeterminato (includendo anche le trasformazioni) nei primi sette mesi dell’anno sia rimasto positivo per 76 mila unità, ma fortemente ridotto rispetto alle 465 mila unità del 2015 e alle 129 mila unità del 2014.

Share This Post

Post Comment