Sterlina tra elezioni e Brexit

contantiSono oramai digeriti i risultati definitivi delle elezioni locali tenutesi giovedì scorso. Una tornata elettorale che ha confermato la complessiva avanzata dei nazionalisti di UKIP (UK Independence Party), soprattutto a danno dei movimenti conservatori e di quelli laburisti (in maggior misura).

Il Labour ha però vinto a Londra, dove ha potuto vantare l’elezione a sindaco di Sadiq Khan, che con il 56,8 per cento delle preferenze è riuscito a superare il rivale conservatore Zac Goldsmith con un margine del 13,6 per cento, oltre le attese di qualche analista. Come ampiamente noto, il nuovo sindaco si è dichiarato favorevole alla permanenza del Regno Unito nell’UE, contro le opinioni del predecessore Boris Johnson.

Venerdì, a margine delle evoluzioni delle elezioni locali, la sterlina è sembrata seguire le dinamiche generali, con un incremento sui dati macro USA e una discesa successivamente alla consapevolezza che il mercato ha assunto su tali aggiornamenti macro.

Da quanto sopra ne consegue che i movimenti successivi (la nuova flessione in apertura di settimana) possono essere ascrivibili all’attesa per la riunione della Bank of England di giovedì, che sarà importante non tanto per la decisione sui tassi (che a nostro giudizio, e salvo clamorose sorprese dovrebbero rimanere invariati a 0,50 punti percentuali) quanto soprattutto per la pubblicazione dell’inflation report. All’interno del documento è possibile (probabile) che la BoE possa rivedere al ribasso le proiezioni di crescita, almeno sul 2016.

Per quanto concerne infine la view del prossimo biennio, difficilmente la BoE riuscirà a formulare delle ipotesi precise su quel che accadrà in caso di remain o meno. Se anche dovesse solo limitarsi a esprimere i rischi per l’economia domestica di un’eventuale uscita dall’UE, gli aggiornamenti non dovrebbero comunque discostarsi dalla linea tenuta di recente.

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