Verbali FOMC poco incisivi, dollaro ancora debole

tradingLa giornata di ieri si è contraddistinta per uno scenario ben povero di spunti. E così il dollaro, che pure aveva aperto la sessione al rialzo riavvicinandosi ai massimi conosciuti dopo la pubblicazione dell’employment report, non è riuscito a proseguire la sua strada al rialzo correggendo poi abbondantemente e portandosi sotto i minimi della scorsa settimana, toccando livelli abbandonati a ottobre.

La motivazione è da ricercarsi all’indifferenza con la quale sono stati accolti gli attesi verbali del FOMC: i documenti non hanno infatti aiutato a supportare le quotazioni della valuta verde, considerato che al loro interno gli analisti hanno trovato contenuti che rispecchiavano quanto già emerso dal recente discorso di Yellen. Pertanto, niente di nuovo sotto la luce del sole, con la Fed che in questa fase ha ribadito in più occasioni e con più toni di incisività, che preferisce la strategia della cautela, il che suffraga l’ipotesi che alla riunione di fine aprile i tassi non saranno alzati.

Pertanto, la strada sembra essere tracciata: dalla riunione di aprile (che non riteniamo possa essere produttiva di un cambiamento nei livelli di tasso) al successivo FOMC di giugno, usciranno molti dati importanti. In tale frangente ci sarà sicuramente modo di verificare piuttosto bene come si sta evolvendo il quadro globale economico, cogliendo tutti gli spunti sui fattori endogeni ed esogeni che potrebbero influenzare la politica Fed.

Se in tale frangente dovessero apparire dei segnali positivi, la Fed potrebbe trovare la forza per rialzare i tassi di interesse di riferimento nella sessione di giugno. E, di conseguenza, il dollaro potrebbe rigenerarsi, ottenendo l’energia necessaria per potersi riprendere dalla correzione ancora in corso, man mano che si avvicinerà il prossimo rialzo. Nei prossimi giorni sono comunque attesi nuovi discorsi (tra cui uno di Yellen), dai quali ottenere nuovi aggiornamenti.

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