Dollaro in recupero sulle aspettative di rialzo tassi Fed

soldi-bancaIl dollaro ha recuperato l’arretramento di lunedì, aggiornando quindi i propri massimi recenti. A beneficiare la valuta verde sono i dati migliori del previsto forniti dal calendario macroeconomico, soprattutto per quanto riguarda il mercato del lavoro venerdì, che dovrebbero farlo rafforzare ulteriormente. Inoltre, il consolidarsi delle aspettative di rialzo sul brevissimo termine dei tassi Fed l’anno prossimo rappresenta il principale fattore di forza della valuta americana, in un contesto dove altrove (e soprattutto dall’altra parte dell’Oceano Atlantico) il contesto continua ad indebolirsi.

Di contro, l’euro ha provveduto ad aggiornare i minimi, scivolando giù verso 1,2323 EUR/USD “grazie” – si fa per dire – alla revisione verso il basso dei PMI servizi dell’area che, che segue quella dei PMI manifatturieri, e conduce quindi a rivedere verso il basso anche i PMI compositi. Alla luce delle ultime novità, aumenta la probabilità di un ulteriore calo sulla riunione BCE di domani, soprattutto se la revisione al ribasso delle previsioni di inflazione sarà significativa.

Per quanto attiene la sterlina, la valuta britannica ha corretto ulteriormente tornando da 1,57 a 1,56 GBP/USD per la correlazione positiva con l’euro. Appena pubblicato il dato sul PMI servizi, risultato migliore del previsto, ma non in grado di condurre il giusto beneficio alla sterlina. Complessivamente, lo scenario atteso è comunque di rafforzamento graduale della valuta britannica, almeno contro quella europea.

Chiudiamo infine con lo yen giapponese, che rimane in calo aggiornando i suoi minimi contro il dollaro, e avvicinandosi pericolosamente alla soglia dei 120 USD/JPY. Riteniamo che la soglia psicologica di cui sopra possa essere infranta se i dati macro statunitensi in corso di pubblicazione dovessero rivelarsi migliori del previsto.

Scenario complessivamente deteriorato per l’area euro, dunque, e previsioni di rafforzamento per il dollaro statunitense, che dovrà faticare non poco per tenere a bada le ipotesi di ulteriore apprezzamento nei confronti della valuta unica europea.

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