FOMC, ecco cosa potrebbe accadere ai tassi USA

soldi-bancaNell’arduo tentativo di comprendere cosa potrebbe accadere ai tassi USA e al dollaro, ricordiamo come i verbali della riunione del FOMC del 28-29 ottobre non abbiamo sostanzialmente modificato il quadro che era già emerso dal comunicato stampa. In particolare, il Comitato ha dibattuto i rischi derivanti dal rallentamento della crescita in Europa e in Asia e dalla volatilità dei mercati vista a ottobre, ma ha altresì ritenuto che gli effetti sull’economia americana sarebbero stati “piuttosto limitati”.

La fiducia nella sostenibilità della domanda interna statunitense ha sicuramente sostenuto gli animi durante la riunione, che ha toccato alcuni temi fondamentali come il trend dell’inflazione e la modifica della guidance.

Più nel dettaglio, dai verbali è emerso come il FOMC si aspetti che nel breve l’inflazione si porti su livelli più bassi, ma poi risalga verso il 2%. Tuttavia “molti partecipanti” – ma non è dato sapere il numero esatto – ritengono importante seguire “possibili spostamenti verso il basso delle aspettative di più lungo termine”, che sarebbero particolarmente preoccupanti se associati a crescita in rallentamento.

Per quanto riguarda la guidance, in particolare, una parte dei componenti del board aha dichiarato di voler eliminare il riferimento al “tempo considerevole”, ma alla fine l’opinione prevalente ha preferito mantenere tale dicitura per non creare false aspettative o, ancor peggio, interpretazioni errate.

Ancora, è stata discussa la possibilità di fornire delle indicazioni più precise sulla strada della ripresa dei tassi di interesse di riferimento. Tuttavia, anche in questo caso si è sottolineato come, vista l’incertezza sugli sviluppi economici e finanziari, rimarrà importante mantenere un ampio grado di flessibilità. La discussione sulla guidance proseguirà quindi nella riunione di dicembre: il FOMC intende muoversi con grande cautela nell’apportare modifiche nella comunicazione.

Complessivamente, i verbali non modificano dunque lo scenario atteso per la politica monetaria, e l’evoluzione dei dati – che salvo gli svarioni degli ultimi giorni dovrebbe mantenersi positiva – potrebbero determinare un ulteriore aumento della fiducia nella ripresa e della probabilità che la svolta dei tassi avvenga a metà 2015.

Occhi aperti comunque la prossima settimana con la pubblicazione del report sull’occupazione (venerdì) che potrebbe rappresentare la molla decisiva per nuovi interventi più espliciti in sede Fed.

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