Lavoro, 75 milioni di persone lo stanno per cambiare

Secondo quanto afferma una recente analisi condotta da McKinsey Global Institute, che analizza le tendenze del lavoro sino al 2030, ben 75 milioni di persone saranno destinate a cambiare lavoro nel corso dei prossimi 12 anni. Un numero che probabilmente è da rivedersi – e tanto – in aumento, forse fino a 350 milioni di individui.

Il documento di McKinsey, dal titolo di “Jobs lost, jobs gained: workforce transitions in a time of automation”, evidenzia come un ingente e crescente utilizzo dei sistemi di automazione sarà in grado di condizionare il mercato del lavoro in maniera ben superiore a quanto ora stimato, provocando la scomparsa sostanziale di tante attività, in tutto i in parte automatizzate.

Tale impatto dipenderà ad ogni modo dalla tipologia di professione. È chiaro che quei mestieri che hanno un elevato tasso di ripetitività saranno maggiormente a rischio, rispetto alle professioni in cui è invece spiccata la componente di imprevedibilità e un forte contenuto relazionale.

Per quanto invece riguarda ai nuovi posti di lavoro, l’incremento del numero di anziani determinerà un’espansione della richiesta di professionisti nell’ambito della cura e dell’assistenza, mentre lo sviluppo delle fonti alternative di energia potrebbe far sorgere una crescita nella domanda di tecnici specializzati.

Vi sono poi altre opportunità che derivano dallo sviluppo della tecnologia, dagli investimenti nelle infrastrutture o, ancora, dalla diffusione della scolarizzazione. Individuati i settori su cui puntare, rimane da comprendere se aziende e lavoratori saranno pronti a cavalcare un simile cambiamento, o si lasceranno trascinare in una modalità ben più passiva e meno conveniente…

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