Prestiti personali: cosa cambierà con la liquidità in arrivo dalla Bce?

 

prestitiNel 2013 le erogazioni di prestiti personali hanno prodotto un ulteriore calo rispetto agli anni precedenti, e il riscontrare che il decremento nella concessione di finanziamenti sia stato proprozionalmente inferiore a quanto rilevato nel 2012, non è certo sinonimo di giubilo. Tuttavia, sebbene i presupposti per l’attesa inversione di tendenza non siano ancora prossimi alla realtà, è bene cercare di prevedere cosa potrebbe accadere nei prossimi mesi con l’arrivo della tanto desiderata iniezione di liquidità da parte della Banca Centrale Europea, in grado di promettere una Ltro da 1.000 miliardi di euro in favore degli istituti di credito.

 

In primo luogo, in merito, è altresì bene sottolineare come la nuova tranche di liquidità iniettata nel sistema dovrebbe essere elargita in maniera più accorta rispetto alla precedente (i cui scopi, pur benevoli, finirono con l’essere distorti): in altri termini, l’istituto banchiere vuole evitare che i soldi erogati a condizioni agevolate nei confronti delle banche siano utilizzati per rafforzare i loro stessi patrimoni, e siano destinati direttamente a sostenere le attività di erogazione di prestiti in favore di famiglie e di imprese. Se così non fosse, le stesse banche beneficiarie saranno costrette a restituire il credito ottenuto, con modalità ancora da chiarire.

 

Complessivamente, ogni singola banca appartenente all’eurozona potrà ottenere in prestito dalla Bce un ammontare pari al 7% dei crediti a imprese e famiglie emessi entro l’aprile del 2014. Potenzialmente, pertanto, i 1.000 miliardi saranno erogati non in un’unica soluzione, considerando che secondi i calcoli della stessa Bce il massimo erogabile con tale requisito sarà pari a 400 miliardi di euro, e 75 miliardi di euro in favore delle banche italiane.

 

Ora, quanti di quei 75 miliardi di euro finiranno direttamente nelle tasche di famiglie e imprese è ancora presto per saperlo. Quel che invece appare certo è che secondo quanto affermano i dati raccolti da Assofin, l’associazione dei principali istituti bancari, finanziarie e di credito al consumo e immobiliare, nel corso del 2013 le erogazioni di prestiti che sono stati destinati all’acquisto di beni e di servizi di consumo avrebbero fatto registrare una flessione del 5,3% a 45,5 miliardi di euro, con 147,7 milioni di operazioni finanziate. La contrazione dei mutui è invece stata pari al 7%.

 

In maniera statisticamente ancora più circoscritta, emerge altresì che la regione maggiormente colpita dal calo del credito al consumo sarebbe stata la Basilicata, con un passo indietro del 15,2%, mentre l’unica regione in controtendenza sarebbe stata il Trentino Alto Adige, con una crescita del 2%. Il maggiore flusso per le erogazioni continua comunque ad essere concentrato nella regione del Nord Ovest, dove vengono assorbite il 29% delle erogazioni. A seguire il Centro (22%) e il Sud (20%), mentre il Nord Est si rivela storicamente meno orientato al ricorso al credito al consumo (17%). Chiudono le Isole con il 12%.

 

Per quanto infine riguarda le forme tecniche di erogazione di prestiti, continua a crescere la quota in capo alla cessione del quinto dello stipendio o della pensione, in incremento del 3,1% a livello nazionale, e con dati in apprezzamento in quasi tutte le regioni. La cessione del quinto dello stipendio o della pensione è d’altronde – come ampiamente noto – forma particolarmente gradita alle banche, che in tal modo possono cercare di garantirsi un minor livello di insolvenza dai propri clienti.

 

Premesse a parte, occorre comprendere cosa accadrà con la nuova iniezione di liquidità. I dubbi sulla potenziale efficacia della nuova Ltro per le esigenze di famiglie e imprese non sono pochi: vedremo se, nei prossimi mesi, si riuscirà a smentirli o ad accrescerli ulteriormente…

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