Tassi Fed, cosa farà il FOMC?

grafico tradeSancito l’esito del referendum sulla Brexit, la Federal Reserve è davanti a un importante bivio strategico e operativo. Nella prossima riunione (che non sancirà alcuna variazione nei tassi di riferimento), è probabile che il FOMC possa confermare una valutazione generalmente positiva dell’economia, ma rilevare altresì un nuovo aumento di incertezza, legata non tanto ai dati macro interni (i timori sul mercato del lavoro, paventati nelle ultime settimane, dovrebbero essere dimenticati con 1-2 mesi di dati), quanto alle conseguenze del referendum inglese, che saranno più difficili da valutare e influenzeranno con maggiore prudenza il FOMC.

A giugno il FOMC aveva d’altronde lasciato i tassi fermi, modificando nel contempo il sentiero dei tassi nel medio lungo termine, con un nuovo spostamento verso il basso delle proiezioni nel 2017-18 e una riduzione di 25 pb per il livello del tasso di più lungo termine. Parlando di ciò Yellen ha citato la “nuova normalità”, che include crescita bassa per PIL e produttività, inflazione poco reattiva e incertezza. In questo quadro, la dipendenza della politica monetaria dai dati è totale: la Fed è impegnata a seguire, piuttosto che a prevenire.

Per quanto attiene il futuro, è vero che la Yellen ha detto che un rialzo a luglio è “non impossibile”, ma ormai la scommessa sarebbe troppo azzardata dopo il voto inglese. Se i dati del mercato del lavoro e della crescita saranno incondizionatamente positivi, il prossimo rialzo potrebbe essere a settembre, con la mossa successiva a inizio 2017. Prima di Brexit, lo scenario centrale era di due rialzi all’anno nel 2017-18. Tuttavia, condizioni eccezionalmente incerte potranno determinare ulteriori revisioni verso il basso: l’unica garanzia è la volatilità.

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