Verbali FOMC lasciano invariato il dollaro

euro dollaroLa grande attesa nei confronti dei verbali del FOMC, del 19 novembre, non ha prodotto grandi novità sulle quotazioni della valuta verde. Le minute dell’istituzione monetaria non hanno infatti contenuto delle novità di rilievo rispetto a quanto già emerso nel comunicato della riunione, ribadendo pertanto un outlook che rimane sostanzialmente positivo, pur nello scenario più ampio di un atteggiamento cauto e flessibile da parte della Federal Reserve, che pertanto non ha scelto ancora di rompere gli indugi in merito al timing del rialzo dei tassi di interesse di riferimento.

Nelle minute, una particolare attenzione è stata dedicata al tema dell’inflazione, e pertanto eventuali sorprese dal CPI che uscirà oggi pomeriggio potrebbero avere un certo impatto di mercato, soprattutto se i consuntivi dovessero discostarsi in modo significativo dal previsionale. In merito, la Federal Reserve si aspetta già che nel breve termine l’inflazione possa scendere, ritornando verso livelli ottimali più in avanti nel tempo. Tuttavia, ricordiamo, molti partecipanti hanno avuto modo di osservare che è importante seguire “possibili spostamenti verso il basso delle aspettative di più lungo termine”.

L’altro tema chiave al centro delle minute è stato quello della formulazione della guidance. Alcuni presenti avrebbero preferito eliminare il riferimento al “tempo considerevole”, ma alla fine si è deciso per ora di mantenerlo, in un’ottica prudenziale, al fine di evitare interpretazioni errate da parte dei mercati e, inoltre, per poter mantenere un adeguato grado di flessibilità date le incertezze e la volatilità della situazione corrente.

La questione tornerà comunque al centro dell’attenzione al prossimo FOMC del 17 dicembre, che sarà dunque un evento particolarmente importante per orientare le decisioni di inizio 2015. Oltre ai dati di inflazione di ottobre (molto importanti) oggi uscirà anche il Philly Fed di novembre.

Tornando al rialzo dei tassi di interesse, nonostante la cautela che sta permeando il cielo sopra la Federal Reserve, nelle ultime giornate è cresciuta la quota di coloro che ritiene sempre più possibile che il primo rialzo, una inversione di tendenza nel corso dei tassi di interesse di riferimento, dai minimo annuali, possa avvenire già entro i primi tre mesi dell’anno, e non più nel secondo trimestre 2015…

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