Superbonus 110%, problemi e criticità riscontrate

Il Superbonus 110% doveva essere una grande rivoluzione per il mercato immobiliare, conferendo ai proprietari di immobili la possibilità di poter ottenere una detrazione fiscale pari, addirittura, a un importo maggiore rispetto al valore dei lavori.

Tuttavia, non sono mancate le criticità e i problemi manifestati dagli interessati e dalle associazioni di categoria. Ma quali?

In primo luogo, gli aumenti destabilizzanti dei materiali. I prezzi dei materiali per l’edilizia (dall’acciaio al polietilene) stanno infatti subendo forti aumenti dovuti al mercato internazionale. Tuttavia, i rincari coinvolgono anche le strumentazioni. Si pensi al noleggio dei ponteggi necessari per la realizzazione dei lavori, il cui onere è addirittura raddoppiato in tre mesi. Tutto ciò si riflette naturalmente anche sul  Superbonus, che ha precisi massimali di riferimento per ogni singola voce di spesa, e che quindi può perdere convenienza, considerato che l’eccedenza non sarebbe assoggettata a beneficio fiscale.

Un altro problema è legato alla fruizione dei preventivi. Proprio a causa delle oscillazioni del costo dei materiali utilizzati in edilizia, infatti, ci sono molte imprese che ormai fanno preventivi con validità a tempi strettissimi, ad esempio dieci giorni, cercando così di ridurre il rischio che dal momento del rilascio del preventivo al momento della conferma, possano accadere troppi cambiamenti nei prezzi delle materie prime e delle strumentazioni.

In aggiunta a quanto sopra, ricordiamo come l’orizzonte temporale sia attuale limitato al 2022 e, dunque, non consenta di programmare gli interventi più articolati. La proroga al 2023 non è stata inserita nel Recovery plan, ma è stata comunque per il momento promessa dal Governo nella prossima legge di Bilancio da varare in autunno. Ancora nulla di certo è tuttavia stato formalizzato e, dunque, non si comprende quali saranno gli effettivi termini di questa proroga.

Altra criticità è legata poi alle agende troppo piene da parte delle imprese. Proprio in considerazione dei tempi stretti di fruizione del Superbonus, infatti, tante imprese edili hanno ormai l’agenda piena, soprattutto in provincia, e non riescono a prendere altri impegni, respingendo così al mittente le richieste dei singoli proprietari immobiliari o dei condomini. Mentre i professionisti sono caricati di compiti preparatori, cui però non sempre si dà seguito: dalle verifiche sullo stato legittimo dell’immobile agli studi di fattibilità.

Infine, c’è anche l’evidenza che quello che sta avvenendo nel corso dell’ultimo periodo sia un vero e proprio slalom tra diverse opere e bonus. Alcune opere sono infatti escluse dal Superbonus, anche se collegate all’efficienza energetica. L’Enea ha ribadito che con il 110% non si può ad esempio modificare la forma e la dimensione delle finestre, né si può coibentare il vano scala non riscaldato. Non si può nemmeno procedere con interventi di ventilazione meccanica, che spesso viene abbinata al cappotto termico.

Concludiamo poi rammentando come alcuni istituti di credito, per prudenza, oggi preferiscono non impegnarsi ad acquistare crediti relativi a lavori “lunghi”, che finiscono nel 2022, visto e considerato che per quell’anno il 110% è coperto con le risorse europee del Recovery fund , e il Pnrr al momento attende ancora l’ok definitivo da Bruxelles.

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